Le motivazioni sottostanti a questa decisione non sono ben chiare (soprattutto se si pensa che il tentativo di adeguarsi ai sistemi scolastici degli altri Paesi europei, già tentato dalla Moratti, non ha dato i risultati sperati), ma già dal prossimo anno saranno tre gli istituti pubblici che sperimenteranno il nuovo percorso di studi: l’istituto di Istruzione superiore “Carlo Anti” di Verona, l’istituto tecnico industriale & ldquo;Ettore Majorana” di Brindisi e l’istituto tecnico economico “Enrico Tosi” di Busto Arsizio.
Le numerose polemiche arrivate da più fronti si muovono intorno a due aspetti fondamentali: da un lato i sindacati sono preoccupati per i tagli occupazionali che la riforma renderà necessari, dall’altro ci si preoccupa per la preparazione generale degli studenti.
Come già evidenziato dall’Ocse, la preparazione degli italiani lascia un po’ a desiderare ed è decisamente al di sotto della media degli altri Paesi coinvolti nell’indagine. Ridurre gli anni scolastici, di certo non è il modo migliore per preparare gli alunni ad affrontare l’università e il mondo del lavoro. Fortuna che ci sono sempre i nostri servizi di doposcuola, recupero debiti e di preparazione agli esami universitari!