E il quadro che riguarda la cultura e l’istruzione risulta essere quanto mai avvilente. Dal rapporto emerge che gli adulti hanno ridotto drasticamente il consumo per la cultura. La crisi persistente trasforma musei, cinema e libri in un lusso, che non tutti si possono permettere. E così, i musei contano pochi visitatori paganti (scesi a 3,8 milioni), come il teatro. Gli italiani risparmiano anche sui libri e, di conseguenza, anche le case editrici ne pubblicano meno: 59 mila titoli contro i 63 mila dell’anno precedente.
Ma il dato più preoccupante riguarda la scuola. Segnati dalla consapevolezza che l’equazione “istruzione uguale lavoro” non è così immediata nel nostro Paese, i giovani non credono più nella cultura. E la perdita di fiducia nell’istruzione ha portato a un calo delle iscrizioni agli istituti superiori, dato che è ormai una tendenza costante negli ultimi anni.
Anche nell’ultimo anno, infatti, si sono iscritti 8 mila studenti in meno, rispetto all’anno precedente. E se la scuola secondaria è in crisi per i meno iscritti e per il tasso d’abbandono elevato, l’università non risulta immune a questo trend, anzi! Le immatricolazioni continuano a essere in discesa costante dal 2004 e anche quest’anno si sono registrate quasi 10 mila immatricolazioni in meno.