Dopo il calo costante negli ultimi cinque anni, l’anno scolastico 2012/2013 segna un’inversione di tendenza, portando la percentuale di bocciati e non ammessi dal 13,4% al 13,6%. Percentuale composta da un 11,8% di respinti e un 1,8% di non ammessi a causa di troppe assenze.
Un aumento dello 0,2% non è certo eclatante, ma è comunque un dato che preoccupa. Soprattutto se questa piccola percentuale viene inserita in un contesto in cui il sistema scolastico appare in crisi e l’Italia detiene il record europeo quanto a dispersione scolastica. Ad incontrare le maggiori difficoltà sembra siano gli studenti di primo anno (in cui l’incremento di non promossi è dello 0,6%) e quelli di terzo (con un incremento dello 0,8%).
Stefano Molina, dirigente ricercatore della Fondazione Agnelli, imputa la responsabilità di questa crisi scolastica (soprattutto riguardo al tasso di abbandono e alla sfiducia da parte degli studenti) a un orientamento fallace che gli studenti ricevono durante la scuola media. La tendenza è, infatti, quella di indirizzare i più bravi ai licei, i meno bravi agli istituti tecnici e gli svogliati ai professionali, ignorando le esigenze del mondo del lavoro.
Frequentare corsi di recupero e doposcuola in un istituto che offre anche un supporto all’orientamento potrebbe quindi contribuire ad aiutare gli studenti in difficoltà.